E’ un libro dello storico Andrea Cammelli, uscito per i tipi dell’editrice bergamasca Lubrina Bramani. Nel volume vi è la ricostruzione della figura di Nicola Pezzoli, volontario nella campagna del 1866. Il tutto nasce dallo studio di un epistolario messo in salvo e conservato per diverse generazioni nella casa della famiglia Pezzoli a Songavazzo (Bergamo). La fitta corrispondenza tra padre e figli, sommata a quella tra fratelli, ha permesso di ricostruire in modo abbastanza approfondito la storia vissuta da un componente della famiglia, Nicola Pezzoli, che è stato lontano da casa per diversi periodi e per svariati motivi tra il 1855 e il 1866, nel pieno delle battaglie risorgimentali. In questo lungo arco di tempo seguiamo il Pezzoli a Bergamo al collegio Valsecchi, poi a Padova, Pavia e Parma durante gli studi alla facoltà politico-legale, negli anni in cui si radicalizzano i suoi ideali; infine in camicia rossa sulle Alpi, al tempo della terza guerra d’Indipendenza, che combatte come volontario al seguito di Garibaldi e del colonnello Cadolini in Lombardia e Trentino. È una vicenda ricca di riferimenti storici con la Padova controllata dall’Austria negli anni ’50, la Pavia dei fratelli Cairoli nella primavera del 1860, quando Pezzoli tenta di imbarcarsi a Genova, l’Italia alle prese con la terza guerra d’Indipendenza del 1866. Nello stesso tempo le conversazioni e le divergenze col padre e col fratello ci mettono a contatto diretto con le dinamiche interne di una famiglia borghese della metà dell’800. Alle vicende militari della terza guerra d’Indipendenza, con interessantissimi particolari di concreta vita militare, si mescola la descrizione di questo “piccolo mondo antico”, che ci offre uno spaccato di storia sociale con spunti interessanti sulla vita e sul costume della nostra società ed in particolare sulla media borghesia lombarda negli anni più caldi del Risorgimento. Un libro di storia che è quasi un romanzo epistolare.